venerdì 10 aprile 2015

Gironzolando qua e là. Maddaloni e i suoi monumenti da scoprire


Tesori unici si possono ammirare non solo a Napoli ma anche in città più periferiche dove la storia ha lasciato indelebili tracce visibili in testimonianze archeologiche, imponenti palazzi storici e chiese antiche .La città di Maddaloni, comune situato in provincia di Caserta, non fa eccezione e mostra il volto più bello e affascinate di Terra di Lavoro rispetto a quello, purtroppo, descritto dalle cronache.

Maddaloni e le sue origini 

Maddaloni, situata ai piedi dei monti Tifatini, fu fondata nell’VIII sec a. C. dagli Oschi, ma fu dominata da molte civiltà come quella Etrusca, Sannitica e infine dai Romani, che la rifondarono con il nome di Calatia, perché sorgeva in una zona attraversata da due tra le più importanti strade di collegamento del Sud Italia, la via Appia e la via Sannitica, e il loro controllo permetteva di dominare un territorio strategicamente importante in quanto consentiva l’attraversamento anche alle Forche Caudine e alla via della valle del Calore. Inoltre, i monti Tifatini ospitavano uno dei santuari più importanti del mondo antico quello dedicato a Diana Tifatina.
Stele funeraria riutilizzata
Situata in un posto strategico, l’antica Calatia non ebbe pace nemmeno durante il Medioevo; dopo l’invasione dei Saraceni nell’862 d.C, che la rasero quasi al suolo, gli abitanti, per difendersi da nuovi attacchi, decisero di ricostruirla più in alto rispetto all'abitato romano. Il nuovo insediamento prese il nome di Castrum di Kalata Maddala, come testimonia il suo diroccato castello che vigila dall'alto il suo borgo- calmo subito gli spiriti avventurieri, non è aperto al pubblico perchè privato e lo si può ammirare solo da lontano-.


Risalirebbe, invece, al periodo longobardo l’origine del nome Maddaloni, esattamente in un documento del 774, firmato dal primo principe di Benevento Arechi II, in cui era indicata tale località con il nome di Mataluni. Ma l’origine etimologica di tale nome non è chiara, probabilmente deriverebbe dal nome di una chiesa dedicata alla Maddalena e tale nome fu esteso nel tempo a tutto il nuovo borgo medievale.
Come su accennato la lunga storia di Maddaloni è testimoniata non solo da palazzi e chiese storiche ma anche da testimonianze archeologiche, situate a poca distanza dalla Maddaloni medievale, che mostrano l’antico abitato della romana Calatia riemerso dopo varie campagne di scavo.

Maddaloni e i suoi monumenti da scoprire

Santa Margherita: affreschi tardomedievali
Della Maddaloni medievale sopravvivono poche ma interessantissime testimonianze come il diroccato castello che fu costruito tra il IX e il X secolo anche se fonti certe si hanno solo dal 1099 quando venne menzionato per la prima volta in un regesto e poi in un atto giuridico del 1149. Esso visse lunghi secoli di splendore almeno fino al 1413 quando il borgo fu dato a Ottimo Caracciolo di Napoli, per volere di re Ladislao. Nel 1460 iniziò il suo declino poiché il feudatario Pietro da Mondrago osò ribellarsi agli Aragonesi, ebbe la peggio. Nonostante alti e bassi il castello e il castellano svolsero la loro funzione di guardiani.
Altra testimonianza medievale è la chiesa di Santa Margherita, o meglio, medievali sono i suoi preziosi affreschi, rara testimonianza della tarda pittura medievale in Campania realizzati poco prima della grande rivoluzione rinascimentale. La chiesa fu costruita durante il Trecento ma subì una profonda e radicale trasformazione nel corso del Settecento tanto che fu invertito anche l’orientamento di cent’ottanta gradi dell’altare, infatti, quello medievale era posto ad est ossia a destra quando si entra.
Dell’edificio originario sopravvive il campanile e la bellissima cappella gotica i cui affreschi, secondo le iscrizioni, risalirebbero al 1408. Tali affreschi sono tra le più importanti e rarissime testimonianze in Campania della pittura del XV sec. perfettamente conservate e nel loro contesto originario. Furono commissionati dal nobile Masello Guerra, raffigurato ai piedi dell’Arcangelo Gabriele con il cartiglio recante il suo nome e la data. Inoltre sono raffigurati i quattro Evangelisti e i quattro maggiori Dottori della chiesa. Capeggia, al centro della cappella, la grande Crocifissione e il Cristo in Maestà, ai cui lati troviamo la Vergine Annunciata e l’Arcangelo Gabriele. Il resto della chiesa ospita interessanti opere barocche quali: San Giuseppe, la Madonna del Rosario con Santi e al centro Santa Margherita.

S.Maria dell'Assunta: organo settecentesco; particolare della balaustra e pavimento maiolicato
Altra fondazione religiosa medievale è la chiesa di Santa Maria dell’Assunta che fa parte del complesso ecclesiale di Santa Maria de’ Commendatis insieme alla Congrega e all'ex convento; fondata nel 1318 a cui fu affiancato sul finire del XV secolo, per volere dei Carafa, un convento domenicano. Come ogni chiesa costruita prima della Controriforma fu pesantemente ristrutturata seguendo i nuovi dettami tridentini e completata secondo il gusto Barocco.
Subì un nuovo rifacimento durante il Settecento. Tra le varie particolarità va menzionato la copertura a botte ad incannucciata e la decorazione in stucco neoclassico; le meravigliose grate lignee che permettevano alle suore di assistere alle varie funzioni senza trasgredire alla regola di clausura; l’organo settecentesco e il pavimento in maiolica con motivi floreali realizzati da artigiano locali durante il XVIII secolo.

S.Maria de' Commendantis; altare e soffitto.
La Congrega di Santa Maria de’ Commendatis è la più antica di Maddaloni, un documento in volgare la fa risalire al XIV secolo. Oltre alla bellezza dell’edificio è interessante rilevare una curiosità riguardante la sua appartenenza, secondo fonti storiche non del tutto confermate, all'ordine Templare testimoniato dall'uso del colore blu, ancora visibile nelle cappelle dei confratelli, tipico colore di quest’Ordine.
Risalirebbe al Rinascimento, ancora leggibile nella sua architettura, l’edificio della Congrega di San Giovanni Battista, costruita vicino alla chiesa di San Francesco d’Assisi, ma, come per gli altri edifici, fu rifatta secondo lo stile neoclassico.

Congrega di S. Giovanni Battista.
Anche qua un ambiente interessante da visitare, quando è aperto, è la rinascimentale cripta ipogea divisa in tre ambienti con diverse funzioni; nel primo ambiente si celebrava l’eucarestia e l’estremo saluto al congiunto, nel secondo ambiente si preparava il defunto e nel terzo veniva seppellito, tutto è decorato con elementi in gesso, stucco e cartapesta che richiamano la Morte.

Cripta rinascimentale; scolatoio per preparare i defunti; altare per l'estremo saluto, saggio monito.
Concludo questa breve escursione nella città di Maddaloni menzionando il Convitto Nazionale “Giordano Bruno” che come ex-convento, fondato da San Francesco d’Assisi nel 1220 al suo rientro dal pellegrinaggio in Terra Santa, poi ritrasformato in convitto per l’istruzione dei giovani del Regno di Napoli in seguito al decreto voluto da Napoleone Bonaparte nel 1807 e applicato da Murat, in cui si imponeva la soppressione di ogni ordine religioso e il loro riutilizzo secondo nuovi usi, mantiene inalterato il suo antico fascino tanto che perfino Tom Cruise, di passaggio da queste parti, rimase colpito dalla bellezza della tela settecentesca più grande mondo, esattamente 700 mq,e contribuì al suo restauro e a quello dell’edificio.
Riproduzione in scala della tela più rande del mondo; sotterranei del Convitto
Tale tela a soluzione unica, che ricopre tutto l’imponente salone rettangolare, fu realizzata nel 1756 da Giovanni Funaro in cui raffigurò, incorniciato in quadrature architettoniche e giochi prospettici, le tre allegorie del Trionfo della Fede e dell’Ordine Francescano sull'Eresia. Ovviamente al suo interno ci sono tante altre cose interessanti con l’imponente scalone che è impreziosito dalle opere degli allievi del Funaro, imponente chiostro e le sue fondazioni riadattate nel tempo a fucine, cantine e ricoveri durante i conflitti mondiali.
Per tutte le informazione e aperture di edifici è meglio consultare il sito della Proloco o del Comune.