giovedì 12 novembre 2015

Una meravigliosa piscina nell'area flegrea

L’area flegrea è un posto bellissimo che ha incantato gli antichi per la sua terra fertile, per il mare e per il clima. Da zona di puro passaggio commerciale nel Tirreno divenne una zona centralissima per il commercio marittimo dei greci conquistatori e della Roma imperiale.

Da sinistra, Lago Fusaro e il Monte di Procida lato Cuma. Monte di Procida e il Vesuvio da Bacoli
Dal Medioevo in poi tale centralità fu perduta a causa del forte bradisismo, delle varie eruzioni, una molto violenta si ebbe nel 1538, che limitarono lo sfruttamento del territorio, il cambiamento politico e la scelta dei vari regnati di preferire e agevolare il porto di Napoli rispetto a quello di Pozzuoli.
Oggi, purtroppo, la bellezza della zona è stata messa a dura prova dall'eccessiva antropizzazione ma, fortunatamente, molti posti ancora incantano.

Piscina Mirabilis
Inizio questa narrazione da una delle testimonianze più affascinati dell’ingegneria romana giunta fino a noi, parlo della Piscina Mirabilis, o Mirabile, come si preferisce.

giovedì 22 ottobre 2015

Il misterioso culto del dio Mithra e i suoi mitrei a Santa Maria Capua Vetere

Il mitreo di Santa Maria Capua Vetere (Ce) è legato al circuito dell’anfiteatro, per capirci, quello dove combattè Spartaco, ed è, a tutt'oggi, una preziosa testimonianza campana sul culto del dio Mithra ed è un ottimo spunto per parlare di questa misteriosa religione che si diffuse nell'Impero Romano più o meno contemporaneamente a quella cristiana.

Ingresso del Mitreo

sabato 26 settembre 2015

Simone Martini a Napoli


L'eleganza artistica di Simone Martini l'ha reso celebre e molto ambito tra i regnanti medievali europei. Tra le varie corti spicca quella Angioina dove Simone Martini realizzò, su richiesta di Roberto d'Angiò, uno dei suoi capolavori, considerato un manifesto politico travestito da dipinto, con questo post vi spiegherò il perchè.

venerdì 11 settembre 2015

Alla scoperta dei capolavori di Luca Giordano nei d'intorni di Napoli

Come spiegai nel post inaugurale del mio blog, ho una particolare passione verso l'arte di Luca Giordano perchè a pochi passi da casa mia costruì, nel Seicento, una villa e una piccola chiesa dedicata alla Madonna del Carmine. Entrambe sono giunte a noi, ma la chiesa ha perduto, purtroppo, molti dei suoi gioielli mentre la sua villa è stata radicalmente cambiata. Per questa particolare passione mi sono prefissata di mostrare tutti i suoi lavori conservati nei luoghi poco conosciuti ma altrettanto belli che meritano di essere visitati. Vi faccio scoprire la chiesa di Sant'Agostino ad Ercolano.

venerdì 24 luglio 2015

Un incendio, una storia. La chiesa della Madonna del Carmine a Napoli

In onore alla Madonna del Carmine, nell'omonima chiesa a Napoli si ripete ogni 16 luglio, rispettando una tradizione secolare, l' “incendio” del campanile.
L’origine di questa festa è antica e s’intreccia con molti avvenimenti storici e religiosi che nel tempo coinvolsero i napoletani e la grande piazza antistante alla basilica maggiore, come sempre, il tradizionale "incendio del campanile" è un pretesto per raccontare la storia della Chiesa della Madonna del Carmine a Napoli e della sua Piazza e per farvi scoprire una zona poco turistica ma molto bella della città.


Porta del Carmine in Napoli antica di D'Ambra

giovedì 2 luglio 2015

Dove iniziò la leggenda di Spartaco: origine della gladiatura


Dopo aver descritto brevemente la storia di Spartaco e come funzionava un anfiteatro, è arrivato il momento di descrivere l’origine di questi giochi cruenti e il perché erano amati dai romani.

giovedì 18 giugno 2015

Dove iniziò la leggenda di Spartaco.

particolari dell'anfiteatro capuano dove combatté il leggendario Spartaco

Ammirando l'imponente e maestoso anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, calpestando la sua arena, camminando lungo i suoi corridoi non potevo non ricordare le gesta eroiche di quel gladiatore che fece tremare Roma, quel trace conosciuto con il nome di Spartaco che si ribellò al suo lanista Batiato e a Roma per poi morire, dopo tre anni di lotta, infilzato come un portaspilli dai legionari guidati da Crasso. Ecco a voi la storia di Spartaco e dei suoi compagni.

giovedì 7 maggio 2015

Giuseppe Arcimboldo, un grande rappresentante del Manierismo europeo

Osservando la mascotte dell'Expò non potevo non pensare al geniale Arcimboldo e all'emozione che ho provato quando a Vienna ho visto esposto nelle sale nel Kunsthistorisches Museum alcune sue opere. Giuseppe Arcimboldo, artista italiano che ha saputo rappresentante benissimo il Manierismo europeo, vi spiegherò il perché 



venerdì 10 aprile 2015

Gironzolando qua e là. Maddaloni e i suoi monumenti da scoprire


Tesori unici si possono ammirare non solo a Napoli ma anche in città più periferiche dove la storia ha lasciato indelebili tracce visibili in testimonianze archeologiche, imponenti palazzi storici e chiese antiche .La città di Maddaloni, comune situato in provincia di Caserta, non fa eccezione e mostra il volto più bello e affascinate di Terra di Lavoro rispetto a quello, purtroppo, descritto dalle cronache.

Maddaloni e le sue origini 

Maddaloni, situata ai piedi dei monti Tifatini, fu fondata nell’VIII sec a. C. dagli Oschi, ma fu dominata da molte civiltà come quella Etrusca, Sannitica e infine dai Romani, che la rifondarono con il nome di Calatia, perché sorgeva in una zona attraversata da due tra le più importanti strade di collegamento del Sud Italia, la via Appia e la via Sannitica, e il loro controllo permetteva di dominare un territorio strategicamente importante in quanto consentiva l’attraversamento anche alle Forche Caudine e alla via della valle del Calore. Inoltre, i monti Tifatini ospitavano uno dei santuari più importanti del mondo antico quello dedicato a Diana Tifatina.
Stele funeraria riutilizzata
Situata in un posto strategico, l’antica Calatia non ebbe pace nemmeno durante il Medioevo; dopo l’invasione dei Saraceni nell’862 d.C, che la rasero quasi al suolo, gli abitanti, per difendersi da nuovi attacchi, decisero di ricostruirla più in alto rispetto all'abitato romano. Il nuovo insediamento prese il nome di Castrum di Kalata Maddala, come testimonia il suo diroccato castello che vigila dall'alto il suo borgo- calmo subito gli spiriti avventurieri, non è aperto al pubblico perchè privato e lo si può ammirare solo da lontano-.


Risalirebbe, invece, al periodo longobardo l’origine del nome Maddaloni, esattamente in un documento del 774, firmato dal primo principe di Benevento Arechi II, in cui era indicata tale località con il nome di Mataluni. Ma l’origine etimologica di tale nome non è chiara, probabilmente deriverebbe dal nome di una chiesa dedicata alla Maddalena e tale nome fu esteso nel tempo a tutto il nuovo borgo medievale.
Come su accennato la lunga storia di Maddaloni è testimoniata non solo da palazzi e chiese storiche ma anche da testimonianze archeologiche, situate a poca distanza dalla Maddaloni medievale, che mostrano l’antico abitato della romana Calatia riemerso dopo varie campagne di scavo.

Maddaloni e i suoi monumenti da scoprire

Santa Margherita: affreschi tardomedievali
Della Maddaloni medievale sopravvivono poche ma interessantissime testimonianze come il diroccato castello che fu costruito tra il IX e il X secolo anche se fonti certe si hanno solo dal 1099 quando venne menzionato per la prima volta in un regesto e poi in un atto giuridico del 1149. Esso visse lunghi secoli di splendore almeno fino al 1413 quando il borgo fu dato a Ottimo Caracciolo di Napoli, per volere di re Ladislao. Nel 1460 iniziò il suo declino poiché il feudatario Pietro da Mondrago osò ribellarsi agli Aragonesi, ebbe la peggio. Nonostante alti e bassi il castello e il castellano svolsero la loro funzione di guardiani.
Altra testimonianza medievale è la chiesa di Santa Margherita, o meglio, medievali sono i suoi preziosi affreschi, rara testimonianza della tarda pittura medievale in Campania realizzati poco prima della grande rivoluzione rinascimentale. La chiesa fu costruita durante il Trecento ma subì una profonda e radicale trasformazione nel corso del Settecento tanto che fu invertito anche l’orientamento di cent’ottanta gradi dell’altare, infatti, quello medievale era posto ad est ossia a destra quando si entra.
Dell’edificio originario sopravvive il campanile e la bellissima cappella gotica i cui affreschi, secondo le iscrizioni, risalirebbero al 1408. Tali affreschi sono tra le più importanti e rarissime testimonianze in Campania della pittura del XV sec. perfettamente conservate e nel loro contesto originario. Furono commissionati dal nobile Masello Guerra, raffigurato ai piedi dell’Arcangelo Gabriele con il cartiglio recante il suo nome e la data. Inoltre sono raffigurati i quattro Evangelisti e i quattro maggiori Dottori della chiesa. Capeggia, al centro della cappella, la grande Crocifissione e il Cristo in Maestà, ai cui lati troviamo la Vergine Annunciata e l’Arcangelo Gabriele. Il resto della chiesa ospita interessanti opere barocche quali: San Giuseppe, la Madonna del Rosario con Santi e al centro Santa Margherita.

S.Maria dell'Assunta: organo settecentesco; particolare della balaustra e pavimento maiolicato
Altra fondazione religiosa medievale è la chiesa di Santa Maria dell’Assunta che fa parte del complesso ecclesiale di Santa Maria de’ Commendatis insieme alla Congrega e all'ex convento; fondata nel 1318 a cui fu affiancato sul finire del XV secolo, per volere dei Carafa, un convento domenicano. Come ogni chiesa costruita prima della Controriforma fu pesantemente ristrutturata seguendo i nuovi dettami tridentini e completata secondo il gusto Barocco.
Subì un nuovo rifacimento durante il Settecento. Tra le varie particolarità va menzionato la copertura a botte ad incannucciata e la decorazione in stucco neoclassico; le meravigliose grate lignee che permettevano alle suore di assistere alle varie funzioni senza trasgredire alla regola di clausura; l’organo settecentesco e il pavimento in maiolica con motivi floreali realizzati da artigiano locali durante il XVIII secolo.

S.Maria de' Commendantis; altare e soffitto.
La Congrega di Santa Maria de’ Commendatis è la più antica di Maddaloni, un documento in volgare la fa risalire al XIV secolo. Oltre alla bellezza dell’edificio è interessante rilevare una curiosità riguardante la sua appartenenza, secondo fonti storiche non del tutto confermate, all'ordine Templare testimoniato dall'uso del colore blu, ancora visibile nelle cappelle dei confratelli, tipico colore di quest’Ordine.
Risalirebbe al Rinascimento, ancora leggibile nella sua architettura, l’edificio della Congrega di San Giovanni Battista, costruita vicino alla chiesa di San Francesco d’Assisi, ma, come per gli altri edifici, fu rifatta secondo lo stile neoclassico.

Congrega di S. Giovanni Battista.
Anche qua un ambiente interessante da visitare, quando è aperto, è la rinascimentale cripta ipogea divisa in tre ambienti con diverse funzioni; nel primo ambiente si celebrava l’eucarestia e l’estremo saluto al congiunto, nel secondo ambiente si preparava il defunto e nel terzo veniva seppellito, tutto è decorato con elementi in gesso, stucco e cartapesta che richiamano la Morte.

Cripta rinascimentale; scolatoio per preparare i defunti; altare per l'estremo saluto, saggio monito.
Concludo questa breve escursione nella città di Maddaloni menzionando il Convitto Nazionale “Giordano Bruno” che come ex-convento, fondato da San Francesco d’Assisi nel 1220 al suo rientro dal pellegrinaggio in Terra Santa, poi ritrasformato in convitto per l’istruzione dei giovani del Regno di Napoli in seguito al decreto voluto da Napoleone Bonaparte nel 1807 e applicato da Murat, in cui si imponeva la soppressione di ogni ordine religioso e il loro riutilizzo secondo nuovi usi, mantiene inalterato il suo antico fascino tanto che perfino Tom Cruise, di passaggio da queste parti, rimase colpito dalla bellezza della tela settecentesca più grande mondo, esattamente 700 mq,e contribuì al suo restauro e a quello dell’edificio.
Riproduzione in scala della tela più rande del mondo; sotterranei del Convitto
Tale tela a soluzione unica, che ricopre tutto l’imponente salone rettangolare, fu realizzata nel 1756 da Giovanni Funaro in cui raffigurò, incorniciato in quadrature architettoniche e giochi prospettici, le tre allegorie del Trionfo della Fede e dell’Ordine Francescano sull'Eresia. Ovviamente al suo interno ci sono tante altre cose interessanti con l’imponente scalone che è impreziosito dalle opere degli allievi del Funaro, imponente chiostro e le sue fondazioni riadattate nel tempo a fucine, cantine e ricoveri durante i conflitti mondiali.
Per tutte le informazione e aperture di edifici è meglio consultare il sito della Proloco o del Comune.

martedì 17 marzo 2015

I pulvini paleocristiani della basilica di San Giorgio Maggiore a Napoli


I pulvini della basilica di San Giorgio Maggiore, a differenza della sua misteriosa abside, sono dei bellissimi testimoni di quella Napoli paleocristiana aperta, tollerante e innovativa che oggi viene poco esaltata a causa, e che io cercherò di farvi apprezzare. Andiamo alla scoperta della Napoli paleocristiana.

lunedì 2 marzo 2015

Una doverosa tappa al complesso monumentale dei Girolamini


Salendo lungo via Duomo è tappa obbligata fermarsi a visitare il Complesso Monumentale dei Girolamini, un complesso che conserva al suo interno una piccola ma preziosa pinacoteca, oltre alla famosa biblioteca, e dove si può ammirare uno dei migliori esempi di architettura e dell'arte barocca napoletano, parlo della loro chiesa che vi farò scoprire se continuerete a leggermi.

lunedì 26 gennaio 2015

“Metter quattro fichi in mano”, i diversi significati simbolici dietro al dolce fico


La storia di oggi è molto golosa e ha come protagonista il fico. L’occasione per parlare di questo zuccheroso frutto è legata al concorso “A ME PIACE FICOTTO” promosso da Scatti Golosi e dall'azienda Terrevecchia, così posso descrivere brevemente come l’uomo si è ingegnato nel conservare questo delicato frutto per poterlo commercializzare e mangiare tutto l’anno, come l’ha venerato e infine come oggi tale antico frutto è riscoperto e riproposto; per fare ciò uscirò addirittura dai confini campani e arriverò fino alla Lucania.

martedì 20 gennaio 2015

Nusco tra folklore e tradizione. Il fuoco di Sant'Antonio Abate


Con questo post inauguro una sezione che si occuperà di tradizioni e folklore e non potevo non iniziare dal tradizionale fuoco di San’Antonio Abate che si accende tra la notte del 17 e il 18 gennaio. I fuochi prescelti sono quelli del comune di Nusco, (Av) uno dei più bei borghi d’Italia, fotografato attraverso il riverbero dei tizzoni ardenti, delle fiaccole e dei neon. Andiamo a scoprirlo